rotate-mobile
Cronaca

Nel carcere di Terni si riaccende anche la fiaccola dell’anarchia: scatta lo sciopero della fame

La protesta di Juan Sorroche che si è unito all’iniziativa di un altro leader del movimento, Alfredo Cospito. Martedì il “presidio solidale”

Fiamme, rivolte e anarchia. Dopo i diversi episodi delle ultime settimane, il carcere di Terni torna alla ribalta della cronaca per la protesta di Juan Antonio Sorroche Fernandez, ex primula rossa dell’anarchismo internazionale, arrestato a maggio del 2019 e attualmente detenuto in regime di alta sicurezza nella casa circondariale di vocabolo Sabbione, che da circa sette giorni è in sciopero della fame. L’iniziativa di Sorroche, rilanciata sui siti di informazione della galassia anarchica nazionale ed internazionale, segue quella intrapresa dallo scorso 20 ottobre da un altro dei leader del movimento anarchico italiano, Alfredo Cospito, anche lui per un periodo detenuto nel carcere di Terni, attualmente in Sardegna accusato di “strage contro la sicurezza dello Stato”.

Approfondisci | Ecco chi sono Juan Sorroche e Alfredo Cospito

Lo scorso 25 ottobre, in segno di solidarietà a Cospito, un gruppo di anarchici ha occupato la sede di Amnesty International a Roma, mentre sui bollettini anarchici si moltiplicano i comunicati di sostegno a Cospito e Sorroche.

“Ancora una volta, lo Stato manda i suoi segnali inequivocabili contro chi da sempre gli è nemico, usando lo strumento più brutale del monopolio legale della violenza: la tortura carceraria. Il regime detentivo del 41 bis – scrivono in un comunicato gli anarchici e le anarchiche di Lecde e Taranto - dal quale si esce solo con l’abiura e il pentimento, è applicato anche ai prigionieri politici perché le loro idee siano sepolte vive insieme ai loro corpi. Rispolverare i vecchi metodi dell'antiterrorismo uniti oggi a quelli dell'antimafia per infliggere pene carcerarie smisurate, silenziare e seppellire ogni tensione rivoluzionaria, reprimere chi senza troppe giravolte ha colpito il nervo scoperto della mostruosità che siamo abituati a chiamare società democratica. Abbiamo visto che è possibile concretizzare il nostro odio in azioni dirette. Colpire i responsabili della minaccia nucleare è possibile ed è necessario. Non far vivere nella tranquillità i padroni che si ingrassano di ricchezze sulla pelle degli sfruttati e delle sfruttate di questo mondo è possibile ed è necessario. Distruggere i luoghi di potere, covi legalizzati di odio xenofobo è possibile ed è necessario.

Restare al fianco di chi ha scelto di fare della sua vita una lotta contro questo sistema mortifero è giusto e necessario”.

Intanto, per il primo novembre sono stati organizzati dei presidi “solidali” contro il 41 bis al carcere di Terni (ore 10) e Spoleto (ore 14).

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Nel carcere di Terni si riaccende anche la fiaccola dell’anarchia: scatta lo sciopero della fame

TerniToday è in caricamento