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Economia

Un anno nero per l’export di acciaio: Terni scivola al decimo posto in Italia

Nel 2023 il polo siderurgico ha perso tre posizioni nella classifica nazionale, con un calo del 39,2%. La geografia dei poli siderurgici italiani nell’analisi dell’ufficio studi siderweb

Terni è stata, nel 2023, la decima provincia italiana per export di prodotti della siderurgia, tubi e altri prodotti della prima trasformazione dell’acciaio, perdendo tre posizioni rispetto al 2022. Ha fatto registrare un calo delle esportazioni in valore del 39,2%, scese a 897 milioni di euro, con una variazione negativa superiore alla media nazionale. È quanto emerge dall’analisi dell’ufficio studi siderweb, su elaborazione di dati Istat.

“In dettaglio - spiega Gianfranco Tosini dell’ufficio studi siderweb - le esportazioni di prodotti della siderurgia, che rappresentano il 78,8% del totale, si sono ridotte del 44,4% e quelle di altri prodotti della prima trasformazione dell’acciaio sono diminuite del 20,5%. Le vendite all’estero di tubi sono invece cresciute del 3%. Le esportazioni nei Paesi Ue, che incidono per il 91,3% sul totale, sono diminuite del 33,6%, mentre quelle nei Paesi extra Ue si sono ridotte del 67,8%”.

In generale, nel 2023 è sceso del 16,9% l’export italiano di acciaio. Il valore è passato dai 28 miliardi del 2022 ai 23,2 miliardi di euro dello scorso anno. I volumi, però, sono rimasti sostanzialmente stabili a 16,2 milioni di tonnellate, dopo il calo tendenziale del 6% registrato nel 2022. La variazione negativa è dunque dovuta in toto alla diminuzione dei prezzi.

Dopo due anni consecutivi di crescita seguiti al crollo del 2020 (+51,7% del 2021 e +23,8% del 2022), le esportazioni in valore di acciaio sono quindi tornate a scendere. Un calo che è stato leggermente più marcato se si guarda solo ai primi 20 poli siderurgici italiani: l’export è diminuito del 17,6%, fermandosi a 19,4 miliardi di euro.

La top 3 è rimasta invariata: al primo posto c’è ancora la provincia di Brescia, seguita da Udine e Mantova.

Variazioni negative significativamente più alte della media sono state registrate, come detto, dai poli di Terni (-39,2%), Genova (-35,3%), Aosta (-29,3%) e da Brescia (-26,1%). L’unico polo con il segno più è quello di Bergamo (+16,2%), incentrato sulla produzione di tubi senza saldatura.

tabella export acciaio

“Questi dati confermano il consolidamento della geografia dei poli produttivi dell’acciaio italiani che si è venuta a creare dopo la grande crisi del 2008 – commenta ancora Tosini - Tale processo traspare, oltre che dall’andamento della produzione, anche da quello delle esportazioni, che hanno registrato una riduzione molto più marcata nelle province dove sono o, meglio, erano presenti le aziende siderurgiche di maggiori dimensioni. Infatti, nel 2023 rispetto al 2008, le esportazioni di prodotti siderurgici della provincia di Taranto (dove si trova Acciaierie d’Italia) sono diminuite dell’81,3%, relegandola all’ultimo posto nella classifica dei primi 20 poli siderurgici italiani. Le esportazioni della provincia di Torino (dove c’era lo stabilimento Thyssenkrupp, ora chiuso) sono diminuite del 39,1%, provocando la perdita di otto posizioni nella classifica dei primi 20 poli siderurgici italiani. Le esportazioni della provincia di Livorno (dove opera JSW Steel Italy) si sono ridotte del 60,6%, causando l’esclusione dai primi venti poli siderurgici italiani”.

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