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Venerdì, 26 Aprile 2024
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Lavoro e vertenze nel ternano. L’allarme occupazione: “Struttura industriale del territorio indebolita. Serve un ruolo più energico”

L’appello di Articolo Uno: “Fondamentale che le istituzioni regionali e nazionali svolgano un ruolo più energico nella difesa del lavoro e nella creazione di un progetto di sviluppo industriale sostenibile”

Il polo chimico della Treofan in fibrillazione, le annose vertenze Novelli e San Gemini, l’annunciata vendita di Acciai Speciali Terni. Sono alcuni dei siti industriali più rilevanti del territorio ternano, i quali stanno attraversando una fase davvero complessa. Si sta per chiudere infatti un 2020 piuttosto complicato per il territorio ternano, non solo a causa della pandemia la quale ha stravolto le vite ad ogni singolo individuo. Articolo Uno Umbria, focalizza l’attenzione sulle realtà menzionate e lancia l’allarme occupazione per la città e le realtà circostanti.

“Sulle drammatiche vicende legate alle vertenze esprimiamo forte preoccupazione e lanciamo un allarme per la salvaguardia dei posti di lavoro e della tenuta economica complessiva della zona” esordiscono nella riflessione.

“L’elenco delle crisi è lungo e ha investito tutti i settori: il chimico con la Treofan a rischio chiusura, i cui lavoratori hanno ricevuto lettere di licenziamento dal liquidatore Jindal e sono in attesa di risposte che debbono arrivare in tempi brevissimi. Il settore agroalimentare con le annose vertenze Novelli e San Gemini, il cui destino è ancora incerto, fino al siderurgico con l’annunciata vendita di Acciai Speciali Terni da parte di ThyssenKrupp”.

Le criticità evidenziate

“Terni risente di un indebolimento della sua struttura industriale fin dalle privatizzazioni degli anni ottanta che si è fatto sempre più forte investendo tutto l’indotto dei settori cardine del territorio. Una recessione a cui istituzioni e imprese non sono riuscite a porre rimedio. Gli strumenti messi in campo, tra i quali l’area di crisi industriale complessa per il territorio di Terni e Narni, non hanno prodotto gli esiti di incremento occupazionale, sviluppo economico, di riconversione ambientale e modernizzazione delle infrastrutture auspicato dai fautori e sostenitori dell’intervento”.

“Intendiamo – affermano da Articolo Uno - pertanto richiamare le istituzioni alle loro responsabilità e al ruolo di tutela delle imprese del territorio e dei lavoratori. La grave situazione causata dalla pandemia ha incrementato difficoltà preesistenti e lo strapotere di aziende multinazionali private rende sempre più urgente un intervento politico forte, volto a trovare una risoluzione alle crisi aziendali in atto. Con sinergia tra ricerca e innovazione sono possibili progetti ed investimenti che creino sviluppo, occupazione e stabilizzino la presenza delle aziende nell’area. 

“E’ fondamentale – concludono - che le istituzioni regionali e nazionali svolgano un ruolo più energico nella difesa del lavoro e nella creazione di un progetto di sviluppo industriale sostenibile nel paese investendo sugli asset strategici, anche emulando molti Paesi europei, dove la presenza statale nelle imprese principali rappresenta un punto di forza nell’economia nazionale”.

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