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Gli “innovatori” scoprono le carte: "Cinque proposte concrete e praticabili per rilanciare Terni"

Il futuro di Ast, ma anche le infrastrutture e una macro città da 180mila abitanti: ecco il Manifesto 51. Luca Diotallevi: un pacchetto a cui possono essere aggiunte altre azioni, ma non da scomporre

Rigenerare gli spazi pubblici, un “global palyer” che subentri a Tk nella gestione di Ast, la scommessa delle infrastrutture che abbia come pilastro il potenziamento della Orte-Falconara, un grande progetto per “aprire” e “includere” le diversità necessarie a dare futuro alla città. Città che deve prendere “peso” e fare massa critica, estendo relazioni e obiettivi comuni ad altri municipi del territorio fino a raggiungere una popolazione di 180mila abitanti.

Gli “innovatori” scoprono le carte e presentano alla città il Manifesto 51. “Si tratta di cinque azioni capaci di generare processi. Un pacchetto a cui possono essere aggiunte altre azioni, ma che non è da scomporre. L’effetto di cui abbiamo bisogno è riprendere a crescere. Ma l’impresa della crescita non è alla portata di singoli soggetti, quanto di una grande comunità organizzata in modo pluralistico”.

Luca Diotallevi, presidente dell’Azione cattolica diocesana di Terni, tira le fila di un ragionamento che ad aprile aveva dato vita alla “coalizione degli innovatori” ed aveva portato 51 protagonisti della vita sociale, economica, politica ed imprenditoriale di Terni a coagularsi attorno alla necessità di aprire il “cantiere per una nuova idea di Terni”.

Oggi, quel ragionamento ha raggiunto un suo primo step: elaborare cinque “proposte praticabili e concrete” che possono fare da motore propulsivo alla “rinascita” della città. Nasce dunque il Manifesto 51, un piano programmatico che si fonda su cinque idee “che sono realistiche – spiega Diotallevi - perché ci sono le risorse e i soggetti per realizzarle”. E che proiettano Terni in una dimensione molto più “grande” rispetto a quella di oggi. Una città di città, che condivide relazioni, obiettivi e slanci in un’ottica macro territoriale e, perché no, macroregionale.

“C’è un’Umbria scatoletta dentro altre scatolette e c’è l’Umbria come rete di città che può avere un ruolo, un’importanza globale. Non è a Perugia che può stare la ripresa come quella che immaginiamo noi”, sottolinea Diotallevi, ribadendo che quello che oggi viene “svelato” è comunque “un programma open source”, aperto dunque ad innesti e nuove proposizioni. Purché non venga scomposto.

Insomma, per la Terni del futuro, la coalizione degli innovatori intende partire da qui.

I cinque punti del manifesto

Rigenerazione urbana

Rigenerare un “sistema di spazi” pubblici e privati (sedi e locali commerciali dismessi, a partire dall'Ex-mercato coperto, Palazzina ex Foresteria, Palazzo Bankitalia in via di acquisto CARIT, spazi stazione, spazi ex uffici regionali via Saffi) per la localizzazione di imprese e microimprese in settori ad alto contenuto di conoscenza, tecnologia e nel settore dell’industria culturale e creativa. Al recupero di questi contenitori abbinare la progettazione dell’uso attraverso percorsi condivisi e la rigenerazione del "tessuto connettivo", dello spazio pubblico. Le strade oltre alle piazze devono diventare luoghi della socialità e della mobilità per tutti.

La manifattura

Tre condizioni indispensabili per avere Ast come pilastro della crescita: che subentri a Tk un global player in grado di incrementare i volumi dell’area a caldo e con l’integrazione del mix prodotti; che sia interessato al mercato europeo; che abbia standard elevati in materia di lavoro e rispetto dell’ambiente. Pilastro che si affianca ai nuovi pilastri della green economy e dell’economia circolare.

La macro città

L’area urbana funzionale a partire dall’asse Terni Narni: nuova città a rete per contare nelle reti di città. Condizione essenziale per puntare all’upgrade dei servizi sanitari (nuovo ospedale), scolastici (piano unitario di riqualificazione delle sedi) e della mobilità (area urbana a stella)

Le infrastrutture

Potenziamento del corridoio Orte-Falconara, rafforzandone l’intermodalità e sorvegliandone l’attuazione. Partecipazione attiva alla dorsale ferroviaria dell’Appennino Centrale Terni-Rieti-L’AquilaSulmona nell’ambito della viabilità ferroviaria all’Idrogeno con Terni potenziale hub di creazione e rifornimento di idrogeno. Realizzazione della bretella di connessione Ast portineria Serra con la Terni-Orte

L’integrazione

Patti associativi per l’innovazione civile in combinazione con “italianoL2” un grande progetto per “aprire” ed “includere” le diversità necessarie a dare futuro alla città.

Tutto questo si muove, evidentemente, all’ombra dei fatti che stanno caratterizzando i nostri tempi. La pandemia ha segnato uno spartiacque definitivo, che però rappresenta l’opportunità di poter “scegliere” come rinascere. Per questo Diotallevi parla di “recovery plan per Terni”. “Ffrutto di lavoro di un bel gruppo di persone – commenta Giuseppe Croce, tra i firmatari del manifesto - Abbiamo raffinato le idee”.

Idee che ora passano alla fase due. Ossia costruire tavoli tematici in cui ogni proposta sarà sviscerata, analizzata, declinata e verificata con sindacati, associazioni di categoria, portatori di interessi. Nell’ottica di quegli strumenti che sembrano rappresentare la lampada che illumina un percorso buio: relazioni, obiettivi comuni, interessi condivisi.

“Il tema di partenza è questo – conferma Giorgio Armillei - incrociare questi interessi e metterli in relazione”. “Le cartine amministrative sono datate e rappresentano ostacoli – ribadisce infine Diotallevi - Non dobbiamo costruire, ma riformare”.

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