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Venerdì, 26 Aprile 2024
Politica

Rimpasto in giunta regionale? Il “caso” Melasecche e il doppio incarico: i dietro le quinte e la posizione di Salvini

L’assessore ternano dovrebbe lasciare il seggio di Palazzo Cesaroni per mantenere il ruolo nell’esecutivo. Salvini e due importanti esponenti della Lega Umbria mantengono la barra ferma sugli impegni della campagna elettorale

Il rimpasto in giunta regionale? No. O meglio non ora. Il “caso” Melasecche - il 72enne assessore ternano, con un passato in molti partiti e liste civiche e ora esponente della Lega - continua a tenere banco lungo l’asse Roma-Terni-Perugia. Il leader del Carroccio, Matteo Salvini, e due importanti esponenti della Lega Umbria mantengono la barra ferma su quanto detto in campagna elettorale: gli eletti leghisti che hanno l’onore di entrare nell’esecutivo di Palazzo Donini non devono avere il doppio incarico, ovvero assessore e consigliere regionale.

E questo per due motivi: il primo, perché in questa maniera si rispetta il ruolo del consiglio regionale chiamato ad affrontare consigli e commissioni importanti. Il secondo: un gruppo compatto permette una maggiore copertura del numero legale e quindi dei provvedimenti della giunta da far passare in sede di voto. Ora però, come già scritto in diverse occasioni, Melasecche - entrano a far parte dell’assemblea di Palazzo Cesaroni dopo l’elezione al Senato di Valeria Alessandrini - non sembra essere intenzionato intenzionato (e forse non lo è stato mai) a lasciare il “paracadute”, ossia il posto in consiglio regionale per la prima dei non eletti.

Non molla perché? Da quello che si apprende da ambienti vicini all’assessore (in via informale dato che l’argomento è tabù) la decisione sarebbe motivata dal “rispetto” degli oltre tremila elettori che hanno scritto il suo nome sulla scheda. In più la norma del doppio incarico (vietato) in casa Lega è recente e quindi non applicata in tutte le Regioni dove sono al governo esponenti salviniani.

Ma c’è anche chi pensa che non molli il posto di consigliere regionale perché teme imboscate, nel corso del tempo, a livello di giunta. Ossia, nel momento in cui non avesse più allacciata la cintura di sicurezza al seggio del consiglio regionale, ci sarebbe qualcuno pronto a “farlo fuori” anche dall’esecutivo. E addio Regione.

E il grande capo, ovvero Matteo Salvini? Le intercettazioni di ambienti romani sembrano ribadire la posizione chiara del leader: “Ho dato la mia parola e l’ho detto più volte in campagna elettorale. Non cambio idea”. Anche se l’ascia di guerra resta al momento sepolta anche in virtù del massimo rispetto per l’autonomia della presidente Tesei. Che ha troppi pensieri in questo momento, soprattutto nella gestione della fase post Covid. Quindi, si prende tempo (autunno) prima di ritornare alla carica. Tutto rimandato. Nulla archiviato.

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