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Terni, il ‘messaggio’ di Elly Schlein al Pd locale: vivacchiare nell’anonimato o credere nel rilancio del partito. La risposta dalla gente

Il pubblico del Gazzoli ha fornito una netta indicazione all’arrivo della segretaria nazionale, in mezz’ora di comizio

Una serata da tenere a mente per il Partito democratico ternano. L’intervento della segretaria nazionale Elly Schlein ha scaldato la folla, a tal punto da ricevere una vera e propria ovazione, sotto certi punti di vista ‘liberatoria’ per militanti e simpatizzanti. La necessità di guardare avanti con un pizzico di fiducia al prossimo futuro, osservandolo con gli occhi di una donna (la prima della storia nella segreteria) che indica in discontinuità e ricambio generazionale gli ingredienti per rilanciare il partito. Una serata da ricordare ma anche su cui riflettere.

Le tematiche affrontante dalla Schlein hanno appassionato, ed i tanti che non sono potuti entrare a palazzo Gazzoli sono stati omaggiati con un piccolo comizio anticipato. Sotto certi punti di vista, comparandola con altri big della politica arrivati a Terni, ha mostrato una dimestichezza nel conoscere e saper affrontare nella dialettica le questioni afferenti al territorio, come pochi altri. Inoltre, altra particolarità, ha ‘riportato’ giovani e giovanissimi a partecipare ad un evento di marca Dem, aspetto da considerare non di poco conto per il Pd a livello locale. Infine ha avuto la capacità (ed il rispetto nei confronti dei singoli candidati) di non affrontare il tema del mancato accordo di ‘campo largo’ che avrebbe potuto comportare uno scenario completamente diverso.

La serata piuttosto movimentata e frenetica, a causa della pioggia che ha scompaginato i piani, è stata aperta da Jose Maria Kenny: “Mi fermano in giro per chiedere. Quando arriva Elly? Finalmente è qui con noi”. Un debutto sicuramente azzeccato perché il professore ha centrato appieno l’argomento. I presenti aspettavano la Schlein per ricevere risposte sul futuro di un partito piegato ancora ad alcune logiche residuali del passato. Scelte che hanno relegato il Pd ternano ad una forza di minoranza nel 2018 con appena tre rappresentanti nella sala di palazzo Spada. Una forza che poteva contare sull’apporto di tanti giovani ‘costretti’ ad abbandonare la nave, nel corso del tempo, delusi da comportamenti e decisioni messe a terra, dagli attori politici locali. Alcuni di questi comunque rimasti ed altrettanti subentrati, come è possibile constatare anche all’interno della lista.  

A salire sul palco di palazzo Gazzoli, oltre a Jose Maria Kenny e Elly Schlein, sono andati anche Tommaso Bori e Pierluigi Spinelli. Due segretari che dettano le linee programmatiche, confrontandosi con tutte le anime del partito. Il giovane consigliere regionale si è piuttosto speso, nelle scorse settimane, per trovare la convergenza nel ‘campo largo’. Di sicuro la risposta della sala lo avrà rassicurato sulla strada sulla quale proseguire, nel segno della discontinuità e del ricambio. A livello locale i Dem dovranno invece decidere (prima o poi) se vivacchiare nell’anonimato o rilanciarsi, magari lasciandosi definitivamente alle spalle ancore pesanti. E ciò che è accaduto ieri potrebbe aiutare a scegliere, in tal senso, al netto dell’esito della consultazione amministrativa.

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