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Musei, spunta l'idea di un biglietto unico tra sacro e profano

L'ipotesi dell'assessore alla Cultura Giuli per valorizzare quello archeologico e quello diocesano: "Troppe opere nascoste nei magazzini". Il nodo sul futuro del Caos

Musei poco valorizzati, opere e reperti lasciati nascosti nei magazzini. E' lo scenario che emerge dai primi sopralluoghi che il neo assessore alla Cultura - e alla Creatività - Andrea Giuli ha iniziato a fare in questi giorni per conoscere in maniera più approfondita il patrimonio a sua disposizione per rilanciare il settore in città. Tra questi il museo archeologico, che si trova nel complesso del Caos, e quello diocesano in piazza Duomo per i quali spunta ora l'ipotesi di un biglietto unico.

"Sono due belle strutture, ben allestite - spiega l'assessore - ricche di un patrimonio che probabilmente la gran parte dei ternani non conosce. Purtroppo, la sensazione precisa è che siano sottoutilizzate, non valorizzate adeguatamente dal punto di vista della fruizione diffusa e della comunicazione. Al loro interno si trovano magazzini con opere e reperti non visibili che invece andrebbero esposti. I due centri museali, afferenti all'area non contemporanea, andrebbero piuttosto messi in rete, a sistema, in un unico circuito urbano comprendente anche altre 'tappe, magari con un unico biglietto. La segnaletica e la cartellonistica è scarsa, quando non assente. Si potrebbe fare, senza impegni particolari, molto di più".

Su proposte simili in passato si sono consumati anche scontri politici che portarono a crisi di Giunta nella prima consiliatura Di Girolamo. Era il caso del biglietto unico tra la Cascata delle Marmore e il circuito del Caos con l'obiettivo di spostare gli enormi flussi turistici dei visitatori "mordi e fuggi" verso il centro cittadino e le sue strutture culturali. Proprio il Caos, tra l'altro, sarà uno dei primi "nodi" spinosi che l'assessore alla Cultura - che da giornalista ha spesso puntato l'obiettivo sui problemi e le criticità di quella struttura e della sua gestione - dovrà sciogliere. L'appalto con l'attuale gestione scadrà nella primavera del 2019 ma già si sussurranno cambiamenti nella modalità di gestione che negli ultimi anni ha rappresentato un importante esborso economico per le casse di palazzo Spada senza tuttavia un adeguato ritorno in termini di visitatori e di incassi. Che poi per quella che si è definita l'amministrazione della "normalità" la prima operazione di marketing potrebbe essere cambiare nome al sistema museale cittadino chiamato Caos. Tra le idee che circolano c'è anche quella di affidare la gestione a un direttore-manager sfruttando poi le risorse interne per mandare avanti la baracca. "Stiamo studiando il dossier - taglia corto Giuli - ma il contratto scadrà tra un anno e abbiamo il tempo per pensare alla giusta soluzione confrontandoci con tutti i soggetti interessati".  

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