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Comune, nella Giunta della "normalità" la prima svolta è social

Rispetto al passato il sindaco Latini e i suoi assessori puntano molto sulla comunicazione e tra pro e contro Facebook diventa la vetrina per l'amministrazione

A Roma la Lega fa parte del governo del "cambiamento", a Terni la Giunta del sindaco Latini è già stata ribattezzata quella della "normalità". Aspettando che l'attività della nuova squadra che guida la città entri nel vivo dei problemi, il primo cambiamento che sa anche di normalità è quello legato alla comunicazione. Una evidente discontinuità con il passato e le amministrazioni dell'ex sindaco Di Girolamo al quale spesso e volentieri i suoi stessi alleati e compagni di partito rimproveravano il non saper comunicare efficacemente quello che stava facendo. Fai le cose e falle sapere, recita il vecchio adagio, che il sindaco e gli assessori di oggi sembrano aver preso praticamente alla lettera utilizzando molto non solo i canali istituzionali ma soprattutto quelli dei social network.

Il sindaco Latini, che sulla comunicazione ha costruito un pezzo della vittoria, ha mantenuto - cambiandone solo il nome - la propria pagina Facebook, strumento che utilizzano anche alcuni assessori della sua Giunta come Stefano Fatale, Sonia Bertocco e Valeria Alessandrini, gestito in proprio con l'aiuto di esperti. Utilizzano il proprio profilo personale invece Enrico Melasecche, che da tempo si confronta e battaglia con i cittadini anche "virtualmente", Marco Cecconi, la giovane assessora allo Sport Elena Proietti, e il vicesindaco Andrea Giuli che da giornalista ha già messo in guardia i colleghi - quelli politici - sul corretto utilizzo dei social network, presidiato non solo da tante persona ma anche dalla stampa. Come nel caso della ormai nota foto in barca con il dossier delle farmacie comunali postata sul proprio profilo dall'assessore al Bilancio, Fabrizio Dominici. Eccezione che conferma la regola è invece l'assessore all'Ambiente Benedetta Salvati, uno dei tre tecnici della Giunta, che non ha nemmeno un profilo sui social netowrk.

In realtà la comunicazione pubblica e istituzionale attraverso i social network andrebbe regolamentata e negli anni scorsi il Comune di Terni si è dotato di un piano ad hoc che consentì, ad esempio, nella scorsa consiliatura, l'apertura di una pagina Facebook ufficiale del sindaco. Pagina che è stata gestita dall'ufficio comunicazione di palazzo Spada fino a quando, con lo scandalo dell'inchiesta sugli appalti e l'arresto di Leopoldo Di Girolamo, venne presa d'assalto dai detrattori della passata amministrazione, e non più riempita di contenuti. Oggi non sembra esserci più traccia. 

La rete e i social stanno diventando la "vetrina" dell'amministrazione comunale tra pro e contro, tra vantaggi e insidie. Perché dove finisce la giusta "trasparenza", l'eccessiva sovraesposizione mediatica rischia di celare più di un tranello se non gestita correttamente. Per informazioni chiedere all'ex assessore al Bilancio del Comune di Orvieto, Massimo Gnagnarini, che fu costretto a dimettersi dopo una frase su Hitler e i rom scritta su Facebook. Un caso che fece il giro del Mondo arrivando anche sulla stampa internazionale. 

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