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Lunedì, 29 Aprile 2024
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Emergenza abitativa a Terni: quaranta domande per circa dieci case disponibili

Entro ottobre dovrebbero essere assegnati gli appartamenti per le famiglie in difficoltà, ma non sono sufficienti: circa 300 gli alloggi di edilizia residenziale da ristrutturare. L’assessore Giovanni Maggi: ecco le proposte di Palazzo Spada

“Non potevamo fare altro che un bando”, dice l’assessore alla casa del Comune di Terni, Giovanni Maggi. Spiegando infine che la graduatoria e le assegnazioni potrebbero arrivare entro il mese di ottobre. E rilevando che, comunque, suona strano leggere le parole “emergenza” e “bando” dentro la stessa frase. Il problema, però, non è questo. Perché l’emergenza abitativa ha una serie di sfaccettature molto più complesse. Così come la questione del diritto alla casa.

Intanto per l’assegnazione degli alloggi in emergenza abitativa il bando è scaduto lo scorso 10 settembre. Le domande arrivate sono una quarantina mentre una decina sono gli alloggi a disposizione di Palazzo Spada. Quindi, alle dieci famiglie che troveranno spazio, ne fanno da contraltare un’altra trentina che invece resteranno senza un tetto. “Ma le domande vanno verificate con accuratezza, perché magari c’è chi ha presentato richiesta senza averne i titoli”.

Il cuore della questione, dicevamo, è però un altro: il diritto alla casa. Diritto che al momento viene “negato” a centinaia di altre famiglie. “Noi siamo pronti”, dice l’assessore Maggi, riferendosi al fatto che entro la fine dell’anno dovrebbe vedere la luce anche il bando per l’assegnazione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica. Il bando, insomma, per le case popolari. Che vede – solo a Terni – qualche buon centinaio di famiglie in lista d’attesa.

Frutto di un paradosso che vede il diritto alla casa fare a pugni con una disponibilità di alloggi che non può essere assegnata. A Terni ce ne sarebbero circa trecento. Per i quali è necessario un intervento di ristrutturazione che però, in mancanza di risorse, non può essere effettuato. E se anche venissero messi a posto, gli appartamenti faticherebbero a trovare un assegnatario perché troppo piccoli rispetto alle esigenze di chi ne fa richiesta. “Abbiamo proposto di accorpare gli appartamenti più piccoli, fecendone uno al posto di due”. Ma sembra che, al momento, l’idea di Palazzo Spada non sia stata presa in considerazione dall’Ater che, solo nel comune di Terni detiene oltre 2.100 alloggi dei quali – appunto – più del 13 per cento è attualmente sfitto.

E fatti due conti, sistemare quello che non va servirebbe a risolvere oltre l’80 per cento dell’emergenza abitativa in città.

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