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Lunedì, 29 Aprile 2024
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Il reparto di terapia intensiva post operatoria dell’ospedale di Terni compie vent’anni

Dai cinque posti letto dell’aprile del 2004 ai 350 ricoveri l’anno di oggi: “Esperienza e sguardo al futuro per sfide sempre più impegnative”

Il 4 aprile 2004 nasceva all’ospedale Santa Maria di Terni il dipartimento cardio toraco vascolare e contemporaneamente viene avviata la Tipo, terapia intensiva post operatoria. Oggi, a vent’anni di distanza, la struttura ha compiuto passi in avanti e guarda con fiducia alle nuove sfide di questo settore medico.

In quell’aprile 2004, la struttura contava cinque posti letto dedicati ai pazienti sottoposti a intervento cardiochirugico, per chirurgia vascolare e chirurgia toracica. La cardiochirurgia, diretta dal dottor Alessandro Pardini, aveva iniziato la propria attività nel 2001 e dopo tre anni è stata realizzata la terapia intensiva con un team di cardioanestesisti dedicati. Venti anni di attività in stretto rapporto con le discipline del dipartimento, con il coinvolgimento in particolare di cardiologia interventistica e aritmologia. Un lungo percorso che ha portato la terapia intensiva a divenire il fulcro dell’attività del dipartimento.

La struttura dipartimentale di cardioanestesia, attualmente diretta dal dottor Fabrizio Armando Ferilli, è composta da otto cardioanestesisti e da un team di infermieri che giornalmente si dedicano alla gestione di pazienti ad alta complessità assistenziale, con circa 350 ricoveri l’anno. La cardiochirurgia, diretta dal dottor Valentino Borghetti, rappresenta l’apice di tale attività, ma non da meno è la chirurgia vascolare, diretta dal dottor Raimondo Micheli, la chirurgia toracica, diretta dal professor Mark Ragusa, l’emodinamica, del dottor Marcello Dominici, con le procedure di impianto di valvola aortica trans catetere, e l’aritmologia, del dottor Giovanni Carreras, con le ablazioni di aritmie cardiache potenzialmente invalidanti e non rispondenti alla terapia farmacologica.

“Negli anni - spiega il dottor Fabrizio Armando Ferilli - grazie alla collaborazione con la cardiochirurgia, sono state sviluppate tecniche di assistenza con circolazione extracorporea in terapia intensiva, Ecmo veno arterioso per gravi insufficienze cardiache o cardiorespiratorie ed Ecmo veno-venoso per problematiche respiratorie non trattabili con terapie convenzionali, con eccellenti risultati. Tecniche che impongono continuo aggiornamento e dedizione continua. La terapia intensiva è totalmente autonoma nel gestire le possibili insufficienze renali acute in questi pazienti con il trattamento di dialisi continua, supporto determinante per il recupero della funzionalità renale e nelle procedure di tracheotomia percutanea dilatativa per le insufficienze respiratorie”.

“I venti anni di attività della terapia intensiva post operatoria - spiega il direttore generale Andrea Casciari - rappresentano un punto di arrivo ma anche un punto di partenza: di arrivo perché la struttura ha compiuto un percorso di sviluppo e crescita notevole nel corso degli anni, ampliando sempre più le proprie potenzialità. Di partenza, perché oggi il settore è pronto ad accogliere le nuove sfide del settore puntando soprattutto su due fattori determinanti per la nostra gestione, ossia l’aggiornamento tecnologico e soprattutto la multidisciplinarietà, che proprio nella Tipo trova una delle massime espressioni”.

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