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Elezioni a Terni, Leonardo Latini c’è e non ci sta: la sfida del sindaco al secondo mandato. E al centrodestra

Il primo cittadino uscente sembra intenzionato ad essere della partita alle prossime amministrative di maggio. Come candidato del centrodestra oppure nella corsa solitaria: gli scenari

Un paio di centinaia di commenti, qualche buona decina di condivisioni e – soprattutto – un grosso punto interrogativo: che cosa avrà voluto dire il sindaco uscente di Terni, Leonardo Latini, attraverso il post con cui ha rilanciato la volontà di “mettersi a disposizione della città” in vista delle elezioni amministrative di metà maggio?

La storia recente del primo cittadino è orma arcinota. Un anno fa, più o meno, annunciava – anche se un po’ a forza – la sua disponibilità ad un secondo mandato come candidato sindaco del centrodestra dopo l’exploit che nel 2018 lo aveva portato ai piani alti di Palazzo Spada. La lega aveva il vento in poppa e forte del consenso elettorale incassato alle urne aveva trainato il centrodestra alla vittoria, strappando il comune alla sinistra, piegata dall’onta del dissesto finanziario.

Al giro di boa di metà mandato, il primo cittadino si era detto disponibile a riprovare l’avventura. L’annuncio, forse anche a causa della distanza dalle urne, non aveva suscitato reazioni entusiastiche, scivolando piuttosto nel silenzio di compagni di partito e alleati. Ma l’appuntamento col voto era lontano e quindi, almeno sulla superficie, l’accoglienza tiepida non aveva destato particolari clamori.

Si arriva così al san Valentino 2023, quando invece l’appuntamento elettorale è dietro l’angolo. E nel centrodestra scoppia la bagarre, comunque silenziosa. Sarà una questione di stile. Ma insomma: la coalizione nicchia su Latini, si susseguono vertici, incontri, chat e telefonate. La quadra non si trova e nel frattempo dal cilindro spuntano altri nomi. Alcuni veri, altri presunti. Ma quello del sindaco uscente, proprio no. O meglio, sembra che la Lega lo confermi, ma dalle parti di Fratelli d’Italia si tira il freno a mano, perché il candidato potrebbe essere qualcun altro. Altra girandola di nomi, con in testa quello di Orlando Masselli. E via di polemiche, mentre i giorni scorrono. Ad un mese dalla scadenza della presentazione delle liste e dei candidati, Latini batte un segno: “In queste settimane in cui il mio nome è rimbalzato ovunque, accostato ad indici quasi borsistici in salita e discesa del tutto incuranti del sentire della città, ho ricevuto numerosi attestati di stima e incoraggiamenti, molti dei quali sono sfociati nella volontà di mettersi a disposizione in prima persona per sostenere un progetto di rilancio iniziato nel 2018. Attestati – scrive il sindaco in un post su fb, poi rilanciato via comunicato e ripreso dagli organi di informazione - che mi incoraggiano e mi spingono a restare in campo, mettendomi a disposizione della nostra città con la passione e spirito di dedizione che hanno contraddistinto il mio impegno in questi 5 anni in cui ho avuto l’onore di guidare Palazzo Spada”.

Latini resta in campo. Ma quale campo? Quello del centrodestra, o meglio: quello della coalizione? Cioè, la situazione si è sbloccata ed è ufficialmente lui il candidato? No. Allora, il sindaco va allo strappo ed è pronto ad un “piano B”, ossia la famigerata lista del sindaco che tenta di erodere consensi ai fratelli del carroccio e ai cugini di Fd’I e Forza Italia?

Il ragionamento potrebbe essere stato più o meno questo e parte anzitutto da una considerazione di continuità amministrativa e politica. Vale a dire: ci sono delle cose iniziate e da finire, dei progetti avviati durante questa consiliatura che vanno messi a terra, soprattutto adesso che gli ostacoli che hanno invece segnato gli ultimi cinque anni – vedi Covid e guerra – sono diventati più gestibili. E c’è una continuità politica: l’amministrazione Latini, almeno ufficialmente, non ha mai ricevuto rimproveri, bacchettate, contestazioni. O almeno, non in casa propria. Si può cambiare dunque un sindaco soltanto perché i numeri dei sondaggi e delle recenti elezioni politiche danno ad un altro partito la leadership della coalizione? No.

Soprattutto, se il centrodestra non riesce a trovare l’unità – un po’ come con la storia di Maometto e la montagna – sarà l’unità a trovare il centrodestra. E l’unità, in questo caso, ha il nome e il cognome del sindaco uscente: Leonardo Latini.

Che con il suo post lancia non solo segnali di pace, ma anche di guerra. L’idea è che il sindaco abbia voluto dire agli alleati: bene, se proprio non devo essere io il candidato della coalizione, ditemi perché e – finalmente – ditemelo in faccia. Poi, ognuno si assumerà le sue responsabilità.

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